Il successo della Ferrari nel Mondiale Endurance con il doppio titolo (Costruttori e Piloti) manda un messaggio importante: la Ferrari sa ancora vincere e lo fa battendo costruttori come Toyota, Porsche, Cadillac, BMW, Alpine, Peugeot e Aston Martin. In Formula 1 le basterebbe battere i motori della Mercedes…
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Il presidente Elkann a cui va riconosciuto il merito di aver creduto nel progetto Le Mans di Antonello Coletta ha detto una frase che solo all’apparenza è banale: “Un traguardo che ci riempie di orgoglio e rappresenta il coronamento di un sogno, l’apice di un percorso iniziato nel 2022, quando abbiamo deciso di tornare a competere nella classe regina delle competizioni Endurance. Un percorso che ci ha visto trionfare per tre volte consecutive a Le Mans e che oggi ci permette di celebrare non solo due titoli mondiali, ma soprattutto la forza di una squadra che ha saputo lavorare come un corpo unico affrontando le tante difficoltà dell’Endurance con l’umiltà di imparare e migliorare sempre .”
“Una squadra che ha saputo lavorare come un corpo unico”. Ecco quello che è mancato alla squadra di Fred Vasseur. Un concetto sottolineato dallo stesso Coletta: “… Sono orgoglioso di guidare questa squadra e ringrazio tutti i suoi componenti, protagonisti in egual misura di questi successi: senza il loro lavoro prezioso, la passione e la dedizione tutto questo non sarebbe possibile. A fine gara, vedendo tutti i piloti e il team festeggiare insieme, abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione di quanto questo gruppo sia coeso”. Antonello parla di “gruppo coeso”. Sono due messaggi che vanno nella stessa direzione, quella della squadra unita, coesa, che lavora tutta remando nella stessa direzione. Un concetto che mi fa tornare in mente la Ferrari di Montezemolo e Todt, non quella di Vasseur che in tre anni non è ancora riuscito a costruire un vero spirito di squadra.
Coletta si è circondato di grandi persone come Ferdinando Cannizzo, il super direttore tecnico e poi ha potuto contare sulla consulenza esterna di Dallara e la gestione in pista della AF Corse di Amato Ferrari. Ha creato una squadra scegliendo il meglio in circolazone. E ha scelto con cura i piloti, dando la preferenza a chi aveva già lavorato con lui e a chi gli dava garanzie. Ragazzi veloci e brave persone. Alessandro Pier Guidi, James Calado e Antonio Giovinazzi (senti qui ) sono i campioni del mondo, ma non vanno dimenticati Antonio Fuoco, Niklas Nielsen e Miguel Molina e l’equipaggio della vettura Gialla che quest’anno ha sbancato Le Mans Robert Kubica, Ye Yifei e Phil Hanson.
“Questa è una giornata fantastica che nessuno di noi potrà mai dimenticare – ha detto Giovinazzi – Il primo pensiero è un ringraziamento che voglio fare a tutta la squadra, e ai miei compagni di squadra. Con Ale e James (Pier Guidi e Calado) sin dal primo giorno di questo programma abbiamo condiviso un sogno, quello di diventare campioni del mondo. Siamo riusciti a realizzarlo, e concludiamo l’anno con due titoli iridati, Costruttori e Piloti. Tutto questo è già parte della storia”.
“Credo che ci vorranno alcuni giorni per rendermi conto di quello che abbiamo ottenuto qui in Bahrain. Ringrazio tutta la squadra, fatta di persone che negli ultimi tre anni hanno lavorato senza sosta per questo traguardo – ha aggiunto Pier Guidi – . Siamo cresciuti passo dopo passo vincendo tre 24 Ore di Le Mans e, finalmente, riuscendo a conquistare i titoli Mondiali Costruttori e Piloti. Questa è la dimostrazione che la nostra squadra è stata la migliore per l’intero arco di una stagione che non dimenticheremo mai. Sono felice e orgoglioso di essere tra i piloti che hanno riportato la Ferrari sul tetto del mondo dell’endurance”.


